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 Ricordi di vita vissuta

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Remigio
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MessaggioTitolo: Ricordi di vita vissuta   Ricordi di vita vissuta Empty2nd Settembre 2011, 13:33

A otto anni tutto è ancora gioco e divertimento.
Questo è il resoconto delle conseguenze della mia prima partita di pesca.

Da “ Ricordi di un bambino”

Estate 1945 “ La pesca”

Entrai di corsa in cucina e posai il fagotto sul tavolo.
-Cosa fai?- gridò mia madre-ho appena pulito, guarda! che cosa è questa roba, è bagnata, cola acqua dappertutto-
Per niente mortificato, perché ero certo che non appena avesse visto il contenuto del fagotto mi avrebbe detto bravo, risposi con noncuranza
-Abbiamo pescato, guarda!-
Mia madre districò l’involto e diede un grido di sorpresa:una dozzina di pesci , belli grossi, stavano scomposti nella tela di sacco.
-Chi te li ha dati?-
-Li abbiamo pescati noi-
-Come?-
-Così-

Cominciavo ad avere dubbi: mamma non mi sembrava molto contenta dei pesci e guardava male.
-Come li avete pescati?-
-Con la rete-
-Perché sono tutti malridotti?-
Ah già! Pensai, mentre l’oggetto che tenevo in tasca mi sembrava diventato molto grosso e pesante. Tutte le mie più belle figurine mi era costato! Ma era troppo bello, e poi Beppe ne aveva una cassetta piena, tutte quelle cose rotonde bene sistemate, ognuna nel suo posto con gli anelli luccicanti, la macchia rossa e la cassetta con quelle parole strane: la US e quella che finiva con la lettera che non conoscevo, una specie di v con la gambetta.
Mamma mi guardava seria, adesso non guardava più i pesci.
-Che cosa hai in tasca?-
-Niente!-
-Non farmi arrabbiare, sono stufa di rattoppare le tasche dei tuoi calzoni-
Piano, piano cominciai a vuotare le tasche, mettendo tutto sul tavolo vicino ai pesci:un pacchetto di figurine ( di quelle nuove che non valgono niente), cinque sassi rotondi grandi come una noce, il manico di una fionda senza elastico, un rotolo di spago…
-Ecco!-
- C’é ancora qualche cosa! Tira fuori!-
Piano, piano tirai fuori l’oggetto e lo posai sul tavolo, siccome era rotondo, rotolò un poco e stava per cadere per terra, lo fermai e lo misi più lontano dal bordo.
Mia madre era come impietrita, la sua voce era molto calma quando parlò, mi aspettavo una sgridata, invece mi sembrò improvvisamente cambiata.
-Va bene adesso devo uscire e tu vieni con me-
-Dove?-
-Devo trovare dell’olio per i pesci e tu vai da Giovanna mentre io faccio la coda allo spaccio-
Contentissimo perché mi piaceva andare da Giovanna e per il fatto che mamma avrebbe cucinato i miei pesci, lasciai tutte le mie cose sul tavolo e uscii con mamma sgambettando.
Mi sembrava strana la fretta di mamma.
Non aveva neanche preso la tessera e la sporta che di solito prendeva quando andava allo spaccio.
Giovanna al solito mi accolse con sussiego, eravamo fidanzati e da grandi ci saremmo sposati, io avevo già compiuto otto anni e lei sette, mio fratello, più grande di me di quindici anni, era fidanzato con sua sorella. Ma la casa di Giovanna era più bella della nostra, aveva tante stanze, il gabinetto in casa e il telefono. Da noi niente di tutto questo e Giovanna qualche volta me lo diceva e a me veniva da piangere e mi arrabbiavo. Una volta ero così arrabbiato che dissi che suo papà era un profittatore e che mio fratello aveva un’altra fidanzata, la sua madrina di guerra, Annamaria, che gli scriveva da Spezia dove lui aveva fatto il marinaio. Quando mio fratello seppe di questa mia sparata minacciò di suonarmele e solo mamma mi salvò dicendogli che era colpa vostra, che fate certi discorsi davanti ai bambini.
Mentre giocavo vidi mia mamma che parlava con la mamma di Giovanna, sottovoce e poi tutte e due mi guardavano in un modo strano. Mia mamma uscì e io rimasi con Giovanna.


Il comandante Lupo mi guardava con due occhi così. Aveva la barba su tutta la faccia non come quella del federale Flora, quello che avevano fucilato in piazza, che aveva una barba piccola solo sul mento. Il comandante aveva ancora la divisa, uguale a quella di mio fratello del colore diverso dal grigioverde, uguale alla divisa dei soldati inglesi, ma senza l’elmetto da stupido. Prima gli inglesi erano nemici, adesso sono amici! Boh! va a capire! comunque anche noi della banda della piazza a volte cambiamo nemici e amici.
-Allora Remigio- disse il comandante-tu sai che la guerra è finita!
-………?-
-Le armi non servono più e gli Alleati hanno chiesto ai partigiani di consegnarle tutte-
-………?
-Questa è un ‘arma- disse Lupo indicando il mio tesoro posato sul tavolo del comando.
-Mi devi dire chi te l’ha data e dove sono le altre, Altrimenti gli Alleati vengono e ti mettono in prigione con quelli della Decima-
Mia madre fece gli occhiacci a Lupo e lui fece un gesto di scusa.
-lo sai Matilde che io con i bambini non ci so fare-
Mamma mi salvò! Non fui obbligato a tradire il mio amico anche perché i partigiani sapevano già tutto. Non disse nulla a mio padre e mio fratello, se mai lo seppe, non disse nulla.
Il mio tesoro sparì e credo che non venne consegnato ma fu usato per pescare da qualche adulto.
La cassetta fu trovata e sequestrata, ma Beppe aveva altre bombe nascoste.

Qualche giorno dopo, Beppe, per farsi bello davanti agli amici aspettò troppo tempo e la bomba scoppiò subito, appena lanciata, portandogli via gli occhi e la mano.
Morì pochi giorni dopo di infezione: la penicillina era rara e costosa e non era disponibile per un ragazzino, fratello minore di un brigatista giustiziato.
.
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